ANCHA ES LA VIDA
Cuando estamos delante de una obra de arte, como espectadores, buscamos sentir a través de la
mirada. Que la obra se manifieste. Es la conexión que creamos con la pintura o la escultura. Nos
ponemos delante del cuadro y, si esperamos un rato, nos llega el color y nos llega la estructura.
Aflora.
De la misma manera el artista aparece delante del mundo. El mundo vasto, ancho.
La palabra ancho transmite calma, transmite unidad que abre un espacio ilimitado, lejos de los
muros de las prisiones que nos angustian. Fragmentos que se extienden.
Para crear, o para cualquier hacer o mirar estético, es imprescindible un requisito: la embriaguez. La
sensación de fuerza acrecentada y plena. Esa sensación que impulsa a obsequiar a las cosas, a
participar en ellas, a forzarlas, a idealizarlas, a escudriñarlas y ver su esencia. Mirar las piedras y
ver un crecimiento en ellas.
La obligación del artista es ver y hacer que los demás vean. Observar. Encontrar. Percibir el flujo
que recorre el mundo, las venas que discurren por la naturaleza. Ver lo que siempre ha estado ahí sin
ser visto. Con todos los sentidos: escuchar el sonido de las piedras cuando la marea se retira.
Establecer relaciones, intuir el sistema, la estructura en los organismos, incluso en las relaciones
sociales y familiares. La fibra social y natural. Los lazos del ser humano.
Todo es susceptible de ser recorrido. Todo es susceptible de ser envuelto, de ser trazado.
Y comprender que la vida se halla sujeta a cambios continuos, que es fluida y activa y comprimirla
y acostumbrarnos a una forma rígida es la muerte.
Así son los procesos que se desarrollan a lo largo del tiempo en la naturaleza en relación con el sol,
la luz, las estaciones, el crecimiento, o sea, la vida. La verdadera obra es el cambio.
Algo ocurre delante de nuestros ojos, y ya no hablo de emociones, sino de acciones.
La naturaleza, Gran Creadora. Modelo a seguir y a investigar por el artista.
Es como un viaje interminable, un mapa que podemos intuir pero nunca comprender enteramente. Y
cuando llega el momento de la revelación, cuando todo encaja, contactas con la vida. Con la vida
ancha.
Sin embargo este momento también sugiere que hay algo más que permanece oculto. ¿Qué me
ocultas al mostrarme esta imagen? pregunta la filósofa.
Apasionante.
También hay imágenes que nunca se resuelven. La vida no es una dimensión unívoca sino la
confluencia de conflictos, señales, formas, significados, tiempos y espacios, y perderse y volver a
encontrar el camino es lo que nos enseña.
Y siempre se empieza con algo. Más adelante podemos retirar todas las huellas de realidad. Ya no
hay peligro porque la idea del objeto habrá dejado su marca indeleble. Es lo que pone al artista en
acción, excita sus ideas y agita sus emociones. Somos un instrumento de la naturaleza. No hace
falta copiar la luz de los acantilados. Sencillamente, estamos empapados de ella.
Charo Carrera.
Ancha es la vida di Charo Carrera (texto Alfonso Caputo, italiano)
In questo progetto Charo Carrera, artista dalle mille forme espressive e dotata di una forte progettualità, ci induce a riflettere sull’ampiezza della vita che tutto comprende. Di certo comprende: la terra su cui l’umanità vive, raffigurata con ricchezza di dettagli nelle mappe frutto di esperienza e tecnica; le pietre che la compongono e ricoprono, che a volte possono sollevarsi ribellandosi anche alla forza di gravità; le case, che l’uomo progetta prima di costruire tentando di immaginare l’effetto che avrà la costruzione sull’insieme che la circonderà; le mummie, che, in fondo, sono gli umani nostalgici che non vogliono pensare di abbandonare questa terra. Tutto si avvolge in un congiunto unico nel quale, a poco a poco, diventa impossibile separare un elemento dall’altro pur se ognuno di essi rimane identificabile grazie alla maestria dell’artista. Il supporto, sia esso carta o tela, esalta il contenuto che, più che essere rappresentato su di esso, pare venirne fuori con potenza ed energia. Se la vita vuole essere ampia può esserlo solo a patto di creare, incanalare ed esprimere moltissima energia. L’energia creativa di Charo ci sostiene mentre, rapportandoci ai suoi lavori, cerchiamo riferimenti per non perdere l’orientamento. Smarrirsi potrebbe rivelarsi fatale per chi ha voglia di percepire interamente la forza di questo progetto. La consapevolezza è essenziale per percorrere fino in fondo questo percorso. Comporre armonicamente questi elementi tra loro non è un’operazione semplice e richiede chiarezza e lucidità estrema a chi decide di affrontare questa sfida. Charo Carrera lo ha fatto, e continua a farlo visto che questo è un progetto ancora aperto, con la forza del segno che la contraddistingue in ogni sua azione artistica. Prova di questo è la sua potente produzione in tema di land-art che, di fatto, l’artista manifesta seguendo gli stessi passi progettuali, ma applicandoli in un contesto naturale/umano/urbano. La vita, quindi, può essere ampia solo se decidiamo di ampliarla e questa mostra ne è un esempio concreto. Da non perdere.
Alfonso Caputo
Direttore Artistico del Museo MIDAC
Settembre 2018, Belforte del Chienti
Ancha es la vida di Charo Carrera (texto Alfonso Caputo, italiano)
In questo progetto Charo Carrera, artista dalle mille forme espressive e dotata di una forte progettualità, ci induce a riflettere sull’ampiezza della vita che tutto comprende. Di certo comprende: la terra su cui l’umanità vive, raffigurata con ricchezza di dettagli nelle mappe frutto di esperienza e tecnica; le pietre che la compongono e ricoprono, che a volte possono sollevarsi ribellandosi anche alla forza di gravità; le case, che l’uomo progetta prima di costruire tentando di immaginare l’effetto che avrà la costruzione sull’insieme che la circonderà; le mummie, che, in fondo, sono gli umani nostalgici che non vogliono pensare di abbandonare questa terra. Tutto si avvolge in un congiunto unico nel quale, a poco a poco, diventa impossibile separare un elemento dall’altro pur se ognuno di essi rimane identificabile grazie alla maestria dell’artista. Il supporto, sia esso carta o tela, esalta il contenuto che, più che essere rappresentato su di esso, pare venirne fuori con potenza ed energia. Se la vita vuole essere ampia può esserlo solo a patto di creare, incanalare ed esprimere moltissima energia. L’energia creativa di Charo ci sostiene mentre, rapportandoci ai suoi lavori, cerchiamo riferimenti per non perdere l’orientamento. Smarrirsi potrebbe rivelarsi fatale per chi ha voglia di percepire interamente la forza di questo progetto. La consapevolezza è essenziale per percorrere fino in fondo questo percorso. Comporre armonicamente questi elementi tra loro non è un’operazione semplice e richiede chiarezza e lucidità estrema a chi decide di affrontare questa sfida. Charo Carrera lo ha fatto, e continua a farlo visto che questo è un progetto ancora aperto, con la forza del segno che la contraddistingue in ogni sua azione artistica. Prova di questo è la sua potente produzione in tema di land-art che, di fatto, l’artista manifesta seguendo gli stessi passi progettuali, ma applicandoli in un contesto naturale/umano/urbano. La vita, quindi, può essere ampia solo se decidiamo di ampliarla e questa mostra ne è un esempio concreto. Da non perdere.
Alfonso Caputo
Direttore Artistico del Museo MIDAC
Settembre 2018, Belforte del Chienti
Ancha es la vida by Charo Carrera (texto Alfonso Caputo, inglés)
In this project, Charo Carrera, an artist with a thousand expressive forms and endowed with a strong
planning ability, leads us to reflect on the breadth of life that includes everything.
Of course it includes: the land on which humanity lives, depicted with rich details in the maps, fruit
of experience and technique; the stones that compose it and cover it, which can sometimes rise up
rebelling against the force of gravity; the houses, which man designs before building, trying to
imagine the effect that the building will have on the whole that surrounds it; the mummies, which,
after all, are the nostalgic humans who do not want to think about abandoning this land.
Everything is wrapped in a unique joint in which, little by little, it becomes impossible to separate
an element from the other even if each of them remains identifiable thanks to the skill of the artist.
The support, be it paper or canvas, enhances the content that, rather than being represented on it,
seems to come out of it with power and energy.
If life wants to be broad it can only be so long as it creates, channels and expresses a great deal of
energy.
The creative energy of Charo supports us while, referring to her work, we look for references to not
lose the orientation.
Getting lost could prove to be fatal for those who want to fully perceive the strength of this project.
Awareness is essential to follow this path to the full.
Harmoniously composing these elements between them is not a simple operation and requires
extreme clarity and lucidity to those who decide to face this challenge.
Charo Carrera has done it, and continues to do so since this is a project still open, with the strength
of the sign that distinguishes her in all her artistic action.
Proof of this is her powerful production in the field of land-art that, in fact, the artist manifests
following the same design steps, but applying them in a natural/human/urban context.
Life, therefore, can only be extensive if we decide to expand it and this exhibition is a concrete
example of this. Not to be missed.
Alfonso Caputo
Artistic Director of the MIDAC Museum
September 2018, Belforte del Chienti